Volkswagen ID.3: la genesi e le sfide del design
Che cosa vuol dire disegnare e progettare un'auto elettrica partendo da zero, affrontando sfide inedite? Ecco le esperienze di due esperti che hanno lavorato allo sviluppo della ID.3.
La piattaforma MEB ha concesso possibilità inesplorate a progettisti e designer nello sviluppo della Volkswagen ID.3. Nonostante i tempi scanditi dalla pianificazione siano stati molto serrati, ognuno ha potuto esprimere la propria creatività, partendo da un foglio bianco e spiegando le proprie idee. Pensieri a volte molto intensi e discordanti, che insieme alla libertà di intervenire su ogni singolo dettaglio hanno prodotto un risultato realmente originale.
"Siamo riusciti a creare un design puro, con proporzioni uniche" racconta Marco Pavone, Responsabile del Design degli esterni Volkswagen. "Abbiamo dovuto costruire un modello in Ureol per il controllo dei dati e due Design Experience Vehicles (DEV) per anticipare l'auto al reparto Vendite. Non è stato semplice, ci sono stati confronti continui con i colleghi del Design e, appunto, quelli delle Vendite. Alla fine abbiamo ottenuto un ottimo risultato" prosegue Peter Krause, del team che si occupa della produzione di veicoli speciali.
Un passo in avanti
La Volkswagen ID.3 ha le potenzialità per scrivere una pagina importante nella storia della mobilità elettrica, e ha l’obiettivo di renderla alla portata di tutti. Marco Pavone se ne è reso conto quando l'ha vista per la prima volta nella sua interezza, nel suo studio: "Ha un carattere forte, quasi come fosse una scultura, con delle linee molto essenziali. Spero che per la maggior parte dei clienti sarà amore a prima vista".
La mobilità sostenibile è un argomento molto razionale, per questo è ancora più importante che l'auto sia in grado di emozionare, soprattutto in un periodo di cambiamenti così radicali.
Come un open space
Proprio essere riusciti a realizzare un'auto elettrica tecnologica, attraente e a un prezzo accessibile è per Krause uno degli aspetti fondamentali del progetto: “La connettività totale, lo spazio a bordo e i display ampi erano tutte novità da gestire e, in parte, da integrare con strutture già esistenti. Il compito più complicato, per noi, ma siamo più che soddisfatti del nostro lavoro”.
Indubbiamente l'abitabilità è un tema centrale per la Volkswagen ID.3, che diversamente dal solito è stata progettata partendo dall'interno e non dall'esterno, con un’architettura “open space”: l'abitacolo è decisamente spazioso, paragonabile a quello di auto con motore termico di segmento superiore.
Ed è un approccio che, pur non rendendo visibile a bordo dell’auto la tecnologia utilizzata, consente di migliorare significativamente l’economia degli spazi. La completa connettività, un ambiente accogliente, display di grandi dimensioni e la facilità d'uso sono un must, e conciliare queste "nuove" esigenze con strutture comprovate è stata una sfida che ha richiesto pensiero, processi e tecnologie innovativi.
Le sfide da vincere
La progettazione della ID.3 ha creato molte sfide per i designer, che volevano assicurarsi che il nuovo modello non avesse l'aspetto di una vettura a combustione. Il risultato è evidente: le ruote di grande diametro, il passo lungo e gli sbalzi molto ridotti la rendono inconfondibile, insieme alla grande disponibilità di spazio all’interno dell’abitacolo.
"Abbiamo creato qualcosa di diverso dalle auto tradizionali, sin dal primo sguardo" spiega Pavone. Un processo molto complesso, che ha richiesto la collaborazione di diversi reparti, con la necessità di considerare tutte le esigenze dei vari team. Il modello è stato adattato lungo i diversi cicli di revisione, fino a raggiungere la forma definitiva. "La sfida si è conclusa solo quando Klaus Bischoff (Responsabile del Design Volkswagen) ha effettuato personalmente l'ispezione finale e ha dato la sua approvazione" ricorda Krause.
Scrivere la storia
Il processo di sviluppo della ID.3 è stato diverso da tutti gli altri, perché oltre a creare un nuovo modello bisognava anche esprimere una visione. "Lavoro in Volkswagen da più di 20 anni, ma per la prima volta ho avuto l'opportunità di inaugurare una nuova era e di far parte della storia dell'azienda. La sensazione di disegnare un'auto che i clienti vedranno per la prima volta con occhi diversi è indescrivibile" racconta Pavone, a cui si unisce Krause sottolineando l'impegno di tutti i colleghi. "Durante le varie fasi del progetto abbiamo capito che potevamo davvero contare l'uno sull'altro. Abbiamo fatto grandi sforzi ma eravamo motivati a creare qualcosa di eccezionale. Tutti hanno dato il massimo, non ci siamo mai accontentati".
Punti di orgoglio
In ogni progetto ci sono momenti più difficili di altri, in cui è necessario aumentare gli sforzi per raggiungere il risultato voluto e che vale la pena ricordare. "Sono particolarmente orgoglioso dei due display che caratterizzano l'abitacolo e del volante, che ha un design stravagante ma completamente ergonomico e funzionale" conclude Pavone.
"Vado molto fiero di come siamo riusciti a mettere insieme il lavoro manuale sul modello e quello delle simulazioni digitali al computer. In questo modo siamo stati veloci e precisi" chiosa Krause.
Fonte: Volkswagen