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15.10.2019

Guida autonoma, tra curiosità e resistenze: ecco come viene percepita

Guida autonoma, tra curiosità e resistenze: ecco come viene percepita

Nell’ambito dello studio “The Pulse of Autonomous Driving� Audi ha intervistato 21.000 persone per capire quello che pensano dei veicoli senza conducente.

Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Spagna: sono questi i Paesi di provenienza delle 21.000 persone intervistate da Audi, con il supporto degli specialisti di Ipsos, per realizzare la ricerca “The Pulse of Autonomous Driving� sulla guida autonoma.

Al centro dell'indagine tematiche razionali ed emozionali, valori e stili di vita, per comprenderne le influenze sul modo di concepire la guida autonoma, argomento ampiamente dibattuto - tanto che il 90% degli intervistati aveva già sentito parlare almeno una volta di questa tecnologia.

Lo studio ha dimostrato l’esistenza di grande curiosità e interesse nei confronti della guida autonoma: il 22% ha dichiarato di saperne molto, anche se solo l'8% si è dimostrato realmente in grado di darne una definizione esatta. In ogni caso, più della metà degli intervistati si è detta disposta ad una prova pratica dei sistemi di guida autonoma.

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I benefici della guida autonoma

In generale, tutti gli intervistati vedono potenziali vantaggi in termini di efficienza e di sicurezza, ma anche di accessibilità, soprattutto riguardo a categorie specifiche: bambini, anziani e disabili, o anche chi semplicemente non ha la patente.

Quanto al tempo trascorso a bordo, la maggior parte delle persone lo userebbe per godersi il panorama, per leggere, ascoltare la musica o guardare film, oppure per parlare con gli altri passeggeri.

Resistenze nel lasciare il controllo

Nonostante l’interesse e i benefici riconosciuti, la guida autonoma segna comunque un delicato punto di svolta nel rapporto uomo-macchina: il 41% dei partecipanti alla ricerca si è mostrato diffidente nei confronti della guida autonoma e più di un terzo ha mostrato una certa ansia.

Le preoccupazioni derivano principalmente dal lasciare il controllo all'auto in caso di emergenza e da un grande interrogativo: l'auto è in grado di cavarsela in tutte le situazioni in modo indipendente?

Oltre la metà degli intervistati ha sentito parlare di incidenti in cui fossero coinvolti veicoli a guida autonoma, ma nei due terzi dei casi ciò non ha modificato la loro opinione.

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Le opinioni della gente, Paese per Paese

In generale, le persone più ben disposte verso la guida autonoma sono giovani, hanno un alto grado di istruzione e un reddito elevato. Gli approcci variano anche in base al Paese: in Cina c'è molta euforia verso la guida autonoma, così come in Corea del Sud. Spagnoli e italiani sono in prima linea in Europa, mentre tedeschi e francesi sono più prudenti, al pari di americani, giapponesi e britannici.

Lo studio ha poi preso in considerazione anche altri aspetti legati a valori e stile di vita dei potenziali utenti, riuscendo così a delineare 5 differenti profili tipo che vanno dal rifiuto all’entusiasmo nei confronti della guida autonoma.

Vediamoli brevemente.

Il diffidente

Il diffidente (14%) preferisce avere il volante fra le mani. È molto attento alla sicurezza e trova pericoloso tutto ciò che non conosce, incluse le nuove tecnologie. Dunque, preferisce lo status quo e del resto non prova emozioni nei confronti delle auto, che sono solo mezzi per spostarsi. Non si interesserà alla guida autonoma fino a quando non diventerà un fenomeno di massa.

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Il riluttante

Il riluttante (24%) ha uno scarso interesse verso la guida autonoma, la conosce poco ma ha qualche curiosità al riguardo. Immagina che l'auto possa prendere il controllo nel traffico, in autostrada o in fase di parcheggio, ma vuole anche poter intervenire in qualsiasi momento. La sicurezza è un aspetto chiave e non c'è alcuna voglia di provare avventure, di nessun tipo.

Il copilota

Il copilota (30%) vede la guida autonoma sotto una buona luce, ma comunque non ne ha una visione manichea. Si aspetta più sicurezza, validata da test in condizioni reali, e una maggiore comodità, ma vuole poter intervenire in qualsiasi momento. Inoltre, vorrebbe avere una propria auto a guida autonoma, piuttosto che condividere il veicolo.

Il trendsetter

Il trendsetter (16%) ama le nuove tecnologie e vorrebbe provare la guida autonoma il prima possibile. Il motivo, soprattutto, è che farlo migliorerebbe la propria immagine e reputazione. Ovviamente c'è molto interesse verso la tecnologia e la sicurezza, ma anche nei confronti degli algoritmi e dei sistemi che governano un veicolo a guida autonoma.

Il tecnologico

Il tecnologico (16%) salirebbe a bordo di un veicolo a guida autonoma subito. Pensa che sia solo una questione di tempo prima che questa tecnologia diventi realtà e ha un approccio molto flessibile. È l'unico utente che non si preoccupa della perdita di controllo ma piuttosto della mancanza di un quadro giuridico ben definito. Non è preoccupato di essere semplicemente un passeggero e crede in una mobilità facilmente accessibile per tutti, molto più comoda e soprattutto molto più sicura.

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La conoscenza è la chiave

I risultati di questo studio dicono che c'è molto margine per migliorare la conoscenza della guida autonoma, rafforzare il know-how sugli aspetti tecnici, sui benefici per la società e sui limiti di questa tecnologia. Il potenziale è elevato, ma bisogna fissare aspettative appropriate. L'attitudine nelle persone è molto diversa a seconda del contesto e bisogna tenere conto delle necessità specifiche di ogni territorio. Ad ogni modo, i tre argomenti chiave sono la sicurezza, la legislazione e l'affidabilità della tecnologia e appare evidente la necessità di un approccio interdisciplinare e una collaborazione tra tutti i settori della società, dall’industria alla politica.

Scarica lo studio completo

Fonte: Audi AG

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