Massimo Nordio: l’e-mobility è già possibile (e con l’HPC svolterà )
Muoversi in elettrico oggi secondo l'AD di Volkswagen Group Italia.
A chi dice che muoversi in elettrico è difficile o scomodo, rispondo che non è così - e parlo per esperienza diretta. Sono un entusiasta dell’e-mobility, mi sposto con auto full-electric da tempo: all’inizio guidavo una e-Golf e una e-Up!, poi sono passato a una SEAT Mii elettrica, ora ho una Volkswagen ID.3.
Rispetto a un paio d’anni fa, le cose sono cambiate radicalmente, sia dal punto di vista tecnologico – perché è assolutamente vero che con la ID.3 si è aperta una nuova era della mobilità, che ha caratteristiche completamente differenti dalla precedente e consente di muoversi senza rinunce – sia dal punto di vista dell’infrastruttura, che si sta sviluppando abbastanza velocemente.
Le analisi e gli studi di settore indicano il prezzo d’acquisto e la ricarica come alcuni tra i principali ostacoli alla diffusione dell’e-mobility.
I costi
Sul primo aspetto, credo che la situazione sia abbastanza chiara: sui prezzi dei modelli 100% elettrici si può ancora migliorare, ma stanno diventando sempre più accessibili. Gli sforzi dei costruttori sono evidenti: per quanto ci riguarda, il Gruppo Volkswagen ha investito in maniera importante sul progetto MEB, ovvero la piattaforma che sarà la base per moltissimi modelli di vari brand del Gruppo (e non solo, dato che la mettiamo a disposizione anche della concorrenza) e che consentirà di realizzare economie di scala abbassando più in fretta il prezzo delle auto. Più vetture elettriche saranno su strada, più diventeranno convenienti.
In parallelo, gli incentivi all’acquisto per le auto a zero emissioni stanno dando una buona spinta alla mobilità elettrica. Ma serve programmazione, bisogna guardare a un intervallo di tempo più ampio per garantire continuità e consentire da un lato ai clienti di programmare l’acquisto, dall’altro alle case automobilistiche di pianificare la riconversione industriale in maniera oculata. E non si possono tralasciare né il comparto flotte né i veicoli N1 e N2, perché entrambi hanno evidentemente un ruolo importante se parliamo di rinnovamento del parco circolante.
La ricarica
Provando a considerare i diversi scenari di utilizzo di un’auto elettrica, possiamo individuarne tre principali: gli spostamenti in città, quelli sulle medie distanze e le lunghe percorrenze. In ognuno di questi casi, già oggi l’e-mobility è possibile.
Se mi muovo in città, la percorrenza chilometrica media è bassa e quindi anche la ricarica non è un processo complicato (non è necessario ricaricare completamente la batteria ogni giorno, basta ricaricare “il giusto” ogni 2/3 giorni). E poi, le statistiche parlano chiaro: un’auto passa il 90% del proprio tempo parcheggiata. Il che significa che si può tranquillamente sfruttare una parte di questo tempo per ricaricarla. Dove? A casa, in ufficio, a una colonnina pubblica. In Italia a dicembre 2020 si contavano oltre 19.000 punti di ricarica pubblici o privati ad accesso pubblico (centri commerciali, supermercati, ecc.).
Se mi sposto sulle medie distanze, il concetto è più o meno analogo (cambierà la frequenza o il tempo di ricarica), anche perché i modelli attualmente presenti sul mercato offrono autonomie adeguate anche per questo scenario.
Se devo affrontare un lungo viaggio, entra in gioco un nuovo elemento, ovvero un cambio di mentalità. Posso tranquillamente coprire le lunghe distanze, io stesso viaggio tra Verona e Roma senza problemi, ma al momento serve un minimo di pianificazione, ovvero devo programmare una o più soste per la ricarica.
Nulla di complicato, comunque: basta individuare le stazioni di ricarica HPC (High Power Charging) più comode in base al tragitto e mettersi in viaggio. Con l’HPC i tempi di ricarica si abbattono drasticamente, e nel tempo che corrisponde a una “tradizionale” sosta in un autogrill, per un caffè o un panino, l’auto è pronta a ripartire. Provare per credere!
Per questo l’HPC apre nuove prospettive per l’e-mobility, è uno snodo fondamentale. Bisogna lavorare per portarla dappertutto: autostrade, strade extra-urbane e perfino in città – sì, perché in questo modo, per fare un esempio concreto, anche chi vive in città in meno di mezz’ora potrà garantirsi l’autonomia necessaria per una settimana oppure decidere di mettersi in viaggio anche all’ultimo momento.
Massimo Nordio
AD di Volkswagen Group Italia
ID.3 – consumo di energia combinato in kWh/100 km (NEDC): 15,4-14,5; emissioni di CO2 in g/km: 0; classe di efficienza: A+