Sostenibilità e trasparenza, l’impegno Volkswagen per le materie prime
Una delle principali sfide che il Gruppo Volkswagen sta affrontando nel diventare leader globale della mobilità elettrica è garantire catene di fornitura sostenibili per le materie prime necessarie per le batterie. Una sfida che riguarda i diritti umani, la protezione ambientale e le opportunità per i paesi in via di sviluppo.
Mentre l'Unione Europea si appresta a introdurre rigide regolamentazioni riguardo alle catene di fornitura, il Gruppo Volkswagen già da tempo ha sviluppato relazioni sostenibili con tutti i propri fornitori. Dal 2019, infatti, tutte le aziende che hanno un rapporto commerciale diretto con il Gruppo tedesco si devono sottoporre a una procedura di valutazione del rating di sostenibilità, che mette gli standard ambientali e sociali sullo stesso piano dei costi e della qualità.
“I fornitori diretti sono solo la punta dell'iceberg, la strada verso filiere trasparenti è lunga e difficile, stiamo compiendo buoni progressi ma c’è ancora molto da fare” spiega Daniel Göhler, Responsabile della Strategia e della Sostenibilità dell’Approvvigionamento del Gruppo Volkswagen. “Quando si parla di materie prime come cobalto, nichel, grafite e litio, ci si confronta con catene di approvvigionamento composte anche da nove livelli. Quindi diventa complesso tenere traccia di tutte le aziende e di come lavorano a livello locale”.
Trasparenza e sostenibilità
Dal 2020 il Gruppo Volkswagen richiede la massima trasparenza per le materie prime che riguardano le batterie, con un monitoraggio che arriva fino alla miniera. È un approccio in continua espansione e che proprio in questo periodo ha portato all'introduzione di un sistema di gestione delle materie prime standardizzato che non riguarda solo gli elementi per la batteria, ma anche minerali come il tantalio o altri materiali come rame e pelle.
Questo sistema di gestione fornisce una base solida per portare trasparenza nella grandissima rete di fornitori del Gruppo e nelle oltre 65.000 sedi dei partner commerciali. “Esigere che un'azienda come il Gruppo Volkswagen conosca le condizioni in cui vengono estratti il cobalto o il litio non è sufficiente. Le aziende devono anche contribuire a migliorare le condizioni di vita nelle regioni minerarie. Un business sostenibile non può essere costruito sulla povertà infantile o sull'inquinamento ambientale” afferma Georg Kell, portavoce del Consiglio di Sostenibilità del Gruppo Volkswagen.
Agire localmente
“Il progetto Cobalt for Development nella Repubblica Democratica del Congo, a cui il Gruppo partecipa, è un ottimo esempio, visto che serve per informare i minatori sui rischi per la salute e la sicurezza e per rendere sostenibile l'estrazione del cobalto” aggiunge Kell. Questo progetto prevede anche opportunità di formazione e mezzi alternativi per guadagnarsi da vivere, misure supportate direttamente dal Consiglio di Sostenibilità. “Le dimensioni del Gruppo Volkswagen rappresentano sia una risorsa, sia un obbligo morale di aiuto in paesi come la Repubblica Democratica del Congo”.
Secondo Göhler progetti di questo tipo vanno pianificati sul campo, come avvenuto in Congo, con una formula che potrebbe essere replicata in Cile dove vengono estratte grandi quantità di litio per le batterie. “L'anno scorso siamo andati nel Deserto di Atacama per una missione d'inchiesta e per parlare con gli Atacameños locali. La situazione non è facile. Dobbiamo creare un rapporto di fiducia, organizzare colloqui con partner con cui trovare soluzioni per proteggere i mezzi di sussistenza delle persone, in particolare quelli delle popolazioni indigene” conclude Göhler.
L'intelligenza artificiale
Il Gruppo Volkswagen rifiuta categoricamente il lavoro minorile e quindi ritiene necessari controlli per avere catene di fornitura trasparenti “Con i nostri fornitori diretti stiamo lavorando proprio su questo, ma controlliamo anche i nostri subfornitori attraverso una società indipendente che segue le catene di approvvigionamento del cobalto” spiega ancora Göhler. Il Gruppo Volkswagen sta sviluppando standard sociali e ambientali per le miniere, che includono salute e sicurezza sul lavoro e un'età minima dei lavoratori da verificare con controlli degli accessi. I progressi saranno riportati regolarmente, per condividere con l’esterno le evoluzioni.
Un ulteriore supporto nella verifica della trasparenza può arrivare dai Big Data. “L'intelligenza artificiale può essere utilizzata per valutare i contenuti pubblicati online in una lingua specifica e ricevere rapporti giornalieri su eventuali violazioni imminenti dei diritti umani e degli standard ambientali. In altre parole, può aiutare a creare sistemi efficaci di allarme, ma non può sostituire l'azione sul campo” illustra Kell. Nello specifico, con la IA si può filtrare la massa di informazioni e dare priorità specifiche, confrontando i risultati delle analisi con le informazioni dei fornitori.
Supportare i fornitori
Nel 2020 il Gruppo Volkswagen ha rescisso 17 contratti con altrettanti fornitori per violazioni riguardanti la sostenibilità, impedendo a queste aziende di attivare nuove collaborazioni. Questi provvedimenti sono l'arma più potente ma anche la risorsa finale; l'obiettivo del Gruppo è migliorare le condizioni presso i fornitori senza arrivare a soluzioni così estreme.
Il modo migliore per raggiungere l'obiettivo è definire scadenze e responsabilità chiare, perché “Rescindere un contratto è facile, ma non migliora le cose. Ovviamente i casi estremi devono essere sanzionati, ma è molto più efficace affrontare i problemi con i fornitori. Questo vale per i diritti umani, le condizioni di lavoro e la protezione dell'ambiente” spiega ancora Kell, che poi chiarisce come i contratti debbano essere stilati in modo tale che le aziende abbiano interesse a migliorare il loro operato, facendo sì che il progresso sociale e quello ambientale si rafforzino a vicenda.
L'importanza del riciclo
“L'estrazione mineraria non è mai stata un'attività pulita, bisogna essere realisti. Ma il Gruppo Volkswagen ha obiettivi ambiziosi: tutte le catene di approvvigionamento dovranno essere trasparenti entro cinque, dieci anni al massimo” conclude Kell. Inoltre, è importante riuscire a instaurare un'economia circolare: riciclando le materie prime dalle batterie a fine vita, come litio, nichel e cobalto si ridurrà drasticamente la necessità di estrarne delle nuove. Per questo Volkswagen ha investito nel proprio impianto pilota di riciclo delle batterie a Salzgitter, dove sarà possibile riciclare fino al 95% dei materiali che si trovano negli accumulatori.
Gestire materie prime
A gennaio, il Gruppo Volkswagen ha attivato un nuovo sistema di gestione delle materie prime che stabilirà standard uniformi di sostenibilità per l'estrazione e la lavorazione di 16 materiali a rischio: litio, cobalto, nichel e grafite, ma anche stagno, tungsteno, tantalio e oro, e ancora alluminio, rame, pelle, mica, metalli del gruppo del platino, acciaio, gomma naturale e terre rare. L'obiettivo è avere una maggiore trasparenza lungo le catene di approvvigionamento attraverso l'uso di audit certificati e della tecnologia blockchain.
Sono inoltre previsti progetti pilota per migliorare le condizioni di vita locali nelle regioni minerarie. I marchi del Gruppo si stanno assumendo la responsabilità delle catene di approvvigionamento di varie materie prime, sviluppando tempo regole vincolanti.
Fonte: Volkswagen AG