Materie prime e blockchain: la sostenibilità ambientale Volkswagen
Garantire che tutte le materie prime impiegate nella produzione siano sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale: è la sfida del Gruppo Volkswagen nel settore dell’approvvigionamento.
Avere una mobilità elettrica sostenibile a 360° vuol dire curare ogni singolo aspetto della vita dell'auto, a partire dall'estrazione delle materie prime utilizzate nella produzione. Il Gruppo Volkswagen è alla ricerca di soluzioni diverse, e partecipa insieme ad alcune start-up e a partner più affermati a una serie di hackathon.
Un’iniziativa importante per almeno due motivi, come spiega Marco Philippi, Responsabile della Strategia di Approvvigionamento: “Innanzitutto lavoriamo per avere la massima trasparenza nella nostra catena di distribuzione, perché vogliamo usare solo materie prime estratte in condizioni sostenibili. Inoltre, supportiamo il coinvolgimento dei nostri collaboratori su tematiche sociali”. Gli hackathon a cui ha partecipato il Gruppo nel 2018 hanno avuto successo su entrambi i fronti - una buona ragione per portare avanti il progetto.
Cosa sono gli hackathon
In svariati contesti, ormai da anni, le aziende tendono ad organizzare questo tipo di eventi noti col nome di hackathon: sono nati come incontri tra esperti del mondo digital e dell’IT con lo scopo principale di favorire la comunicazione e l’innovazione nel campo dell’Information Technology: sul posto, infatti, si creano dei team di ricerca e sviluppo e si prova, in molti casi, a realizzare dei prototipi di software. Come detto, oggi lo scenario è decisamente più ampio, e sempre più aziende – non necessariamente legate al settore IT - utilizzano questa formula per innovare il proprio business.
Innovazione efficiente
Lo scorso anno più di 100 collaboratori del Gruppo Volkswagen hanno partecipare agli hackathon e per un giorno si sono messi completamente a disposizione delle start-up, per supportarle e aiutarle nello sviluppo dei loro progetti e di nuovi modelli di business. È il punto di contatto tra due universi complementari, tra chi ha idee innovative e non convenzionali e chi ha la conoscenza per metterle in pratica.
E da queste giornate sono scaturite molte buone idee per aumentare la trasparenza nella catena di distribuzione, come quella sviluppata con Minespider e basata sulla blockchain per monitorare il percorso delle materie prime dal loro punto di origine all'automobile, i cui risultati saranno disponibili entro l’anno.
La catena di approvvigionamento
Il problema principale delle catene di approvvigionamento è che sono lunghe e contorte. Alcune materie prime passano attraverso nove fasi di lavorazione prima di arrivare al Gruppo Volkswagen e generalmente i contratti sono solo con i fornitori diretti, quelli che si trovano alla prima fase. Ciò rende molto difficile garantire il rispetto di tutti gli standard ambientali e sociali in ognuna delle fasi successive. Inoltre, la composizione della catena di fornitura cambia spesso, alcune aziende escono e altre entrano, quindi è problematico avere sempre uno scenario complessivo aggiornato.
Il Gruppo impegna i propri fornitori alla sostenibilità con standard ben definiti che devono essere rispettati anche dalle realtà che si trovano nei livelli successivi, quindi i subfornitori, pena l'annullamento del contratto. È inoltre stato recentemente introdotto uno specifico strumento di rating, che consentirà all’Azienda di valutare la condotta dei propri business partner con un focus sui rischi relativi ai diritti umani, alla tutela dell’ambiente e alla corruzione.
L’uso del cobalto da parte del Gruppo Volkswagen
Un esempio concreto è quello legato all’approvvigionamento del cobalto, uno degli elementi necessari per la produzione delle batterie destinate alle auto elettriche. Ci sono due modi di estrarlo: quello artigianale, ambito in cui il lavoro minorile rappresenta un problema diffuso, e quello industriale.
La posizione dell’Azienda è chiara: utilizza solo materie prime “pulite” sotto tutti i punti di vista, per cui in questo caso specifico acquista cobalto esclusivamente da fornitori industriali – e allo stesso tempo lavora nel lungo termine per ridurre sempre più la quantità di cobalto utilizzata nelle batterie.
La blockchain come risorsa
In questo contesto, e per risolvere i problemi appena citati, l’uso della tecnologia blockchain può avere risvolti positivi a livello di gestione: permette infatti il tracciamento dell’intera catena di approvvigionamento, garantendo l’autenticità del processo e la sua aderenza alla realtà (mediante firma digitale e crittografia). La blockchain, del resto, utilizzata in principio per la generazione di valuta digitale come il Bitcoin, si presta ad applicazioni molto ampie e una di queste è proprio la gestione ad ogni livello della supply chain - in modo veloce, efficiente e sicuro, e fornendo informazioni, a livello globale, su ogni singolo step.
Fonte: Volkswagen AG