MOBOTICA
27.06.2019

Auto elettriche: più aerodinamica per aumentare l'autonomia

Auto elettriche: più aerodinamica per aumentare l'autonomia

Nello sviluppo della e-tron, prima auto full electric del marchio Audi, l'aerodinamica ha giocato un ruolo fondamentale, ancora di più della massa complessiva. Moni Islam, l'ingegnere che ne ha seguito la messa a punto, spiega perché.

Quale è stata la sfida più grande nello sviluppo dell'aerodinamica della e-tron?

Quando abbiamo iniziato a progettare e-tron abbiamo stabilito che avrebbe dovuto essere il modello Audi più aerodinamico di sempre nella sua categoria.

Ci abbiamo messo tutta la nostra competenza e le nostre risorse.

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Quanto è diversa l'aerodinamica di un'auto elettrica rispetto a quella di una "tradizionale"?

In generale in un’auto elettrica l’energia a disposizione durante la marcia è minore, quindi bisogna ottimizzare l'efficienza in ogni area, in ogni singolo aspetto. Uno di questi è la resistenza all’avanzamento in condizioni di guida a velocità costante, come per esempio sulle autostrade, dove dobbiamo garantire una buona autonomia.

Quindi chi si occupa di aerodinamica ha una maggiore influenza sullo sviluppo dei modelli elettrici?

Sì, perché l'aerodinamica è cruciale per l'autonomia. L'energia necessaria per vincere la resistenza dell'aria non si può recuperare, al contrario di quella utilizzata per accelerare.

Da velocità superiori ai 70 km/h la resistenza al rotolamento degli pneumatici e l'inerzia diventano secondarie rispetto all'aerodinamica, a prescindere dalla tipologia di veicolo.

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In quali aree un veicolo elettrico offre maggiori libertà di progettazione rispetto a uno termico?

La presenza del pacco batterie nella parte bassa della scocca dell'auto determina un fondo molto liscio e uniforme, che è il sogno di ogni ingegnere aerodinamico. Abbiamo fatto tutto il possibile per ottenere una forma affusolata. Inoltre, la e-tron è la prima Audi ad avere un canale aerodinamico che parte dal frontale dell'auto e arriva fino al posteriore, passando attraverso il sottoscocca.

Qual è il componente più importante nel "pacchetto" aerodinamico della Audi e-tron?

Sicuramente lo specchietto retrovisore virtuale, non solo per il mero contributo che dà all'aerodinamica ma anche perché è un componente dall'alto valore simbolico: rappresenta una nuova generazione di veicoli con un approccio radicalmente diverso.

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Di chi è stata l'idea, degli ingegneri o dei designer?

Da molti anni chi lavora nell'aerodinamica vorrebbe poter eliminare gli specchietti. Nel caso della e-tron la decisione è stata presa praticamente all'inizio del progetto. Non saprei dire chi ha avuto l’idea, ma non è importante. Ciò che conta è che, anche se può sembrare un dettaglio trascurabile, questa soluzione porta benefici notevoli in termini di coefficiente di resistenza aerodinamica e l'autonomia complessiva aumenta di 2,5 chilometri.

Che vantaggi porta agli utenti una migliore aerodinamica?

Come detto, l'autonomia è strettamente correlata all'aerodinamica. Rispetto a un SUV tradizionale, la concept e-tron è molto più efficiente. A parità di dispendio energetico percorre circa 35 km in più.

Quando è iniziato il lavoro sulla e-tron?

Già nel 2013 abbiamo progettato il primo concept, analizzando la penetrazione aerodinamica insieme ai designer e effettuando test anche nella galleria del vento.

Fonte: AUDI

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