MOIA e l'algoritmo alla base del ride sharing intelligente
Un servizio di trasporto che si adatta in tempo reale alle esigenze degli utenti grazie a un algoritmo sofisticato. Il team che lo ha sviluppato ci racconta le sue complessità e le sfide da superare.
MOIA è l'innovativo servizio di ride sharing del Gruppo Volkswagen che integra il car pooling, cioè la condivisione di un tragitto da parte di più persone, e il ride hailing, ovvero la prenotazione di una singola corsa attraverso una app. Il suo obiettivo è offrire soluzioni di mobilità che rendano le città più vivibili, pulite e sicure per tutti.
Grazie a una rete di algoritmi intelligenti, molte persone possono viaggiare lungo lo stesso percorso, salendo e scendendo in punti diversi. La corsa si prenota e si paga attraverso la app dedicata, che mostra i veicoli disponibili nelle vicinanze, la durata prevista per il viaggio e il costo per il tragitto. Le destinazioni dei passeggeri vengono combinate in un unico percorso ottimizzato, e indicato al conducente – un autista professionista – attraverso la stessa app.
Processi in tempo reale
L'algoritmo su cui si basa MOIA è sviluppato da un team di programmatori specializzati. Tra loro Jay, Robert e Fabian, che spiegano che cosa vuol dire lavorare a un'app che deve comunicare al guidatore quali soste effettuare e in quale ordine, per massimizzare l’efficienza del servizio e portare tutti a destinazione in orario.
“I percorsi sono ottimizzati e modificati in tempo reale, con un duplice obiettivo: soddisfare tutti gli utenti e non lasciare sedili vuoti” racconta Jay. “La sfida è individuare i tragitti più brevi avendo allo stesso tempo il maggiore numero possibile di occupanti a bordo”. Robert aggiunge: “La chiave per vincerla è riuscire a mettere nello stesso veicolo i passeggeri che fanno percorsi simili”.
Veicoli in aumento
Con un maggiore numero di veicoli attivi si possono servire più clienti, ma anche la densità in alcune zone specifiche è importante, per non lasciare nessuno a piedi e rappresentare una vera alternativa alla mobilità privata.
Secondo Fabian il problema principale da risolvere è che attualmente “MOIA accetta le richieste in tempo reale e in ordine cronologico, a prescindere dal fatto che la possibilità di condivisione sia minore o maggiore. Quindi alcune richieste non possono essere soddisfatte”. La soluzione è aumentare il numero di veicoli in servizio, perché con esso crescono le possibilità e le combinazioni.
L'esperienza a bordo
Un altro aspetto fondamentale quanto complesso è ottimizzare l'esperienza del cliente, perché misurare la soddisfazione delle persone è notevolmente più difficile che cronometrare il tempo di calcolo di un programma. “E ci sono delle ulteriori variabili da tenere in considerazione” aggiunge Robert. “Per esempio, la qualità del servizio è condizionata dall'abilità dell'autista, così come dalle condizioni del traffico”.
Questo vuol dire dipendere da fattori che non si possono controllare ma che devono essere comunque valutati. L'algoritmo deve trovare il migliore schema di assegnazione tra passeggeri e veicoli, tenendo conto sia del tempo di attesa massimo accettabile che del potenziale allungamento del percorso dovuto alla salita di altri passeggeri.
Una visione a 360°
“MOIA ha bisogno di persone di ampie vedute” racconta Fabian “in grado di apprendere velocemente e non focalizzate su una singola tecnologia”. Professionisti aperti al confronto e disponibili a condividere la propria conoscenza: programmare in coppie, per esempio, aiuta a trovare i bug in minore tempo. “In ogni caso in questa squadra non si lavora con un approccio dogmatico, ma è molto più importante essere flessibili” dice Jay.
Nei prossimi mesi il team cambierà ancora, integrando persone con abilità diverse, come ingegneri del software, esperti di ottimizzazione matematica, sviluppatori cloud e specialisti del calcolo geo-spaziale - ma in grado di lavorare a un unico obiettivo comune e di comunicare fra di loro.
Un team coeso e dinamico
“Per lavorare qui è fondamentale essere motivati e aperti alla condivisione” è il pensiero di Robert che poi racconta una giornata tipo, mentre i suoi colleghi annuiscono. “Qui si lavora molto in squadra, ci scambiamo diverse opinioni durante delle riunioni focalizzate su argomenti specifici. Ogni giorno ci confrontiamo sui processi e sulle criticità e, ovviamente, se c'è qualche nuovo collega facciamo di tutto per spiegargli al meglio il nostro lavoro. A volte a fine giornata beviamo qualcosa insieme, guardiamo un episodio di Game of Thrones o facciamo yoga”.
Fonte: MOIA