Come parlare a un computer (e farsi capire)?
Come può un computer imparare a capire il linguaggio umano? Ce lo spiega Maria Niessen, esperta di elaborazione del linguaggio naturale del Volkswagen Data:Lab.
“Ciao! Se hai una domanda sulle mele, di’ mele”, dice la voce registrata al telefono. L'utente pronuncia diligentemente “mele”, ma la voce replica “Hai selezionato pere” e reindirizza la telefonata, dando il via a un incubo infinito. Questo è quello che succedeva un tempo, ora non più: oggi i computer si sono evoluti e capiscono meglio ciò che vogliamo da loro. I sistemi intelligenti che comprendono il linguaggio umano stanno diventando sempre più importanti all’interno del Gruppo Volkswagen, sia per progettare prodotti innovativi, sia per ottimizzare i processi aziendali.
Maria è un’esperta di elaborazione del linguaggio naturale del Volkswagen Data:Lab di Monaco, centro di competenza per l'intelligenza artificiale del Gruppo. “Il mio lavoro? Faccio l’interprete tra le persone e i computer”, spiega sorridendo. Originaria di Groeningen, nei Paesi Bassi, da due anni lavora in un team del Data:Lab che si occupa della comprensione del testo nella programmazione.

Di solito, ciò che le persone fanno molto facilmente e intuitivamente - almeno nella loro lingua madre – è difficile da capire per i computer. E viceversa: le macchine sono in grado di risolvere equazioni complicate in un istante, al contrario degli esseri umani. Ma perché? Quali difficoltà incontrano i computer nel comprendere il linguaggio naturale, a parte la grammatica e il vocabolario? “Noi vogliamo che il software risolva un problema, oppure che svolga un compito. La parola magica è contesto. All'interno di un contesto, il programma prova a estrapolare il significato di una parola detta oppure scritta”, chiarisce Maria Niessen.
Maria lavora principalmente con i testi, più facili da analizzare rispetto al parlato e non influenzati da fattori come inflessione, dialetto o velocità di pronuncia. I programmi hanno molto, moltissimo da imparare. Per questo vengono alimentati con i dati, che rappresentano la base da cui apprendere; successivamente il team apporta le correzioni necessarie. Questo metodo è noto come “machine learning”: l’obiettivo è arrivare a sistemi che non solo siano in grado di riconoscere e classificare il linguaggio, ma anche di identificare e soddisfare le volontà di chi parla. “Le potenziali aree di applicazione sono molte: dai sistemi automatici di assistenza telefonica, ai comandi vocali dei veicoli”, aggiunge la Niessen.
Le richieste arrivano da tutti i reparti del Gruppo Volkswagen, in tutto il mondo. “Il bello delle nostre attività è che lavoriamo su problemi concreti e possiamo risolverli”. Che si tratti di un chatbot per gli ordini interni, di uno strumento di analisi del testo per il settore IT, di servizi telefonici o di interfacce utente, il team del Volkswagen Data:Lab aiuta i colleghi allenando i software a comprendere sempre meglio il linguaggio umano. Anche in questo caso, il contesto fa la differenza: “Qui troviamo soluzioni allo stato dell'arte”, sottolinea con orgoglio Maria Niessen. “I colleghi sono estremamente competenti e di ottima compagnia”. Un approccio scientifico sostenuto dalle possibilità di una multinazionale: il sogno di ogni ricercatore.
Fonte: TOGETHER.net – Volkswagen AG