Massimo Nordio: auto elettrica, questa sconosciuta
Massimo Nordio spiega l'importanza della comunicazione chiara sulla mobilità elettrica.
Tutti parlano dell’auto elettrica, pochi lo fanno in maniera corretta. È quello che tocco con mano ogni giorno, nei contesti più diversi. Ciò che è certo è che è un argomento caldo, sul quale ognuno vuole esprimere la propria opinione; solo alcuni, però, ne hanno una conoscenza adeguata.
Ad esempio, gli “ostacoli all’acquisto”: le “solite” voci - i prezzi, l’autonomia, i tempi di ricarica; complice anche la frequenza con cui le sentiamo ripetere, stanno diventando a tutti gli effetti degli stereotipi. Invece, dal mio punto di vista, lo scoglio principale è un altro: la percezione dei potenziali clienti. Osservando e ascoltando, nella quotidianità, mi sono fatto un’idea precisa.
Tra chi prova a esplorare il mondo BEV (Battery Electric Vehicle), da un lato c’è chi ha la tendenza a considerare l’auto elettrica come un oggetto misterioso, una proiezione lontana e ancora inavvicinabile; dall’altro, invece, c’è chi magari ha già guidato una mild hybrid o una full hybrid ed è convinto di essere, a tutti gli effetti, un e-driver. È evidente che qualcosa non va!
Se chiedete a qualcuno “Quanti tipi di auto elettrica ci sono?”, difficilmente otterrete la risposta giusta. E allora, è proprio da qui che dobbiamo cominciare: l’auto elettrica è quella che, sotto lo sportellino, ha solo la presa in cui inserire il connettore. Se devo o posso fare benzina, quella non è un’auto elettrica. Le auto ibride, di qualsiasi tipo – mild hybrid, full hybrid, plug-in hybrid – hanno sempre anche un motore termico, le auto elettriche no. Ovvio? Per niente.
Quando si parla di auto elettrica serve comunicare in maniera chiara e trasparente – e non significa osannare a tutti i costi un veicolo a batteria; vuol dire mettere a disposizione degli utenti informazioni aggiornate, dettagliate e - soprattutto - non ambigue così che, chi deve comprare una nuova auto, abbia tutti gli elementi necessari per decidere quale sia la tecnologia migliore per lui/lei e quindi su quale orientarsi.
Un’idea ricorrente è la necessità di passare dall’ibrido prima di scegliere un’auto full electric: non è così. Dico spesso che molte persone sono già “elettrocompatibili”, ovvero pronte per la mobilità elettrica, senza saperlo. E intendo dire che, considerando abitudini e caratteristiche della loro routine quotidiana, potrebbero già guidare un’auto elettrica senza alcuna rinuncia ma, al contrario, con diversi vantaggi.
Per esempio, se vivo in città e i miei spostamenti sono tendenzialmente brevi, ho tutte le carte in regola per muovermi già ora in elettrico, senza sacrifici e, anzi, con convenienza. Se poi ho a disposizione un box o un posto auto, la mia elettrocompatibilità è totale.
Ma è altrettanto vero che, oggi, non è così per tutti. Se, sempre per esempio, la mia professione mi porta a coprire lunghe distanze ogni giorno, principalmente in autostrada, attualmente la mia elettrocompatibilità non è particolarmente elevata - a causa dell’ancora limitata rete di ricarica extraurbana – sia dal punto di vista quantitativo, sia da quello qualitativo.
Ma lo diventerà: la transizione richiede tempo ed è necessario un lavoro di squadra, tutti insieme, nella stessa direzione e con gli stessi ritmi. Nel frattempo si può continuare a contare su un’ampia offerta tecnologica che include diverse soluzioni, tutte valide e sempre più rispettose dell’ambiente. L’importante è essere chiari!
Massimo Nordio
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