Q-LIFE
25.05.2018

Autonoma, digitale, a emissioni zero: è la mobilità del domani

Autonoma, digitale, a emissioni zero: è la mobilità del domani

Auto a guida autonoma, motori elettrici e nuovi servizi di mobilità: l’industria automobilistica è chiamata a svilupparsi in questi settori. E il Gruppo Volkswagen punta a svolgere un ruolo di primo piano.

Con un lieve ronzio, la navetta elettrica si ferma vicino al marciapiede. Marie mette in borsa lo smartphone che ha usato solo due minuti prima per prenotare la sua auto a guida autonoma. Lascia la fermata “virtuale”, attraversa la pista ciclabile, poi la corsia riservata agli e-scooter e sale a bordo. Lo schermo davanti a lei si collega automaticamente al suo smartphone e la avvisa che “la corsa è appena stata addebitata sulla sua carta di credito”. Lo smartphone vibra di nuovo: una notifica del supermercato le comunica che il drone lascerà gli acquisti che ha ordinato all’ingresso della sua casa di Berlino, non appena scenderà dalla navetta.

Verso una nuova mobilità

Sembra una storia di fantasia, ma tra dieci anni questa scena potrebbe essere la nostra quotidianità.  “Stiamo trasformando, grazie alla connettività e all’automazione, il modo in cui le persone si spostano” spiega Ludger Fretzen, Responsabile della Strategia di Gruppo per le nuove aree di business del Gruppo Volkswagen. “Quello che stiamo vivendo è un cambiamento radicale”. Un cambiamento del quale il Gruppo sarà protagonista: a partire dal 2020, ad esempio, l’Azienda lancerà una nuova gamma di veicoli puramente elettrici e ibridi plug-in; nel 2025 si stima che saranno venduti in tutto il mondo dai 2 ai 3 milioni di veicoli elettrici.  

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Rilassati, fai una telefonata, o lavora. Le auto a guida autonoma lasciano tempo libero ai passeggeri

Il futuro: car sharing, car pooling e ride hailing

Soprattutto in città, sono sempre di più i giovani che scelgono di non avere un’auto di proprietà. Un dato in controtendenza rispetto al passato. Per questo, se oggi solo il 4% degli spostamenti avviene tramite car sharing, car pooling o ride hailing, uno studio commissionato dalla banca statunitense Morgan Stanley stima che entro il 2030 la percentuale salirà al 25%. “Nei mercati occidentali più maturi e nelle regioni densamente popolate in tutto il mondo, è ormai fondamentale sostituire al concetto stesso di automobile quello di mobilità integrata”, afferma Yves Leterme, ex Primo Ministro del Belgio e membro del Consiglio di Sostenibilità del Gruppo Volkswagen. 

Amburgo laboratorio della nuova mobilità

Per questo MOIA, marchio del Gruppo Volkswagen interamente dedicato alla nuova mobilità, sta per far debuttare sulle strade di Amburgo 200 navette elettriche appositamente sviluppate per servire tutti quei pendolari che non possiedono un’auto. L’obiettivo è inserirsi in un nuovo segmento di mercato, per colmare il gap tra trasporto pubblico e taxi. A differenza di Uber, principale concorrente in questo settore, MOIA assumerà autisti qualificati. Naturalmente, per far partire il progetto si dovranno mettere a punto le infrastrutture necessarie, come spiega il portavoce di MOIA Michael Fischer: “Il nostro team sta dialogando con le compagnie elettriche locali, la Hochbahn (la società dei trasporti di Amburgo) e l’amministrazione cittadina per pianificare, ad esempio, dove parcheggiare le vetture per la ricarica”. Perché a dover cambiare non sarà solo la nostra mentalità, ma anche le città stesse.

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In futuro utilizzeremo app per prenotare navette e taxi, con o senza autista.

Un ecosistema per i veicoli autonomi

Le navette MOIA rappresentano una delle iniziative previste dalla partnership tra il Gruppo Volkswagen e la Città di Amburgo, una collaborazione che ha l’obiettivo di rendere il trasporto più sicuro, più ecologico, più efficiente e meno rumoroso. Entro i prossimi dieci anni, come sperano e pianificano le parti in causa, vedremo navette (e auto private) attraversare la città senza un autista al volante. Il Ministero Federale dei Trasporti tedesco ha già approvato dei percorsi di prova per vetture senza conducente. Al Salone di Ginevra, nel marzo del 2017, il Gruppo Volkswagen ha presentato la concept SEDRIC (acronimo di SElf DRIving Car), un veicolo senza volante e senza pedali che esternamente sembra un cartone animato e all’interno accoglie i passeggeri in un vero e proprio salottino. Gli usi potenziali di SEDRIC potrebbero essere molteplici: dal trasporto pubblico, ai servizi per le aziende, fino agli spostamenti dei privati.  

Un’auto autonoma, però, da sola non va da nessuna parte. “Ogni veicolo ha bisogno del proprio ecosistema” osserva Mario Rautenberg, Direttore M&A e Business Development di Gett, società israeliana di mobilità on-demand e maggior provider di mobilità tramite app d’Europa. Rautenberg cita un sondaggio condotto in dieci Paesi, tra cui Germania, Usa e Cina, pubblicato lo scorso aprile dalla società di consulenza Roland Berger, secondo il quale il 46% degli intervistati si libererebbe della propria auto se avesse la possibilità di utilizzare un robotaxi economico. “Un numero che aumenterà finché, a un certo punto, non avrà più senso per chi vive in città possedere un’auto di proprietà”. In fondo, secondo uno studio firmato Berylls Strategy Advisor, ben 200.000 delle 700.000 auto immatricolate a Monaco di Baviera potrebbero essere sostituite da appena 18.000 robotaxi.

Fonte: Volkswagen AG

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