Astronauti e specialisti di robotica, analisti e ingegneri, architetti e imprenditori: sono solo alcuni degli esperti intervenuti all'Audi MQ! Innovation Summit per discutere delle molte sfaccettature della mobilità del futuro.
Fin da bambino Ron Garan era attratto dallo spazio. Da adulto è diventato un astronauta, arrivando addirittura a lavorare nella Stazione Spaziale Internazionale nel 2008. La sua vita dimostra che i sogni, anche quelli più grandi, possono diventare realtà . “Al mio rientro ho guardato fuori dalla capsula e ho visto tre cose che non dimenticherò mai: una roccia appuntita, un fiore giallo e dell'erba. Tre cose banali, che però dicevano che ero a casa, anche se mi trovavo in Kazakistan e non in Texas con la mia famiglia� ha raccontato Garan. “Da allora il mio concetto di casa è cambiato e per rompere i vecchi schemi e crescere, uso un metodo che questa esperienza mi ha insegnato: allontanarsi da ciò che è familiare e considerare l’intero contesto, poi valutare ogni pezzo del puzzle e capire quale non si incastra più�.
Pensare in grandeMai smettere di farsi domande, di porsi dubbi e di mettere in discussione lo status quo. È questo ciò che lega l'esperienza di Garan all'Audi MQ! Innovation Summit, una piattaforma aperta a disposizione di chi vuole osservare il mondo da ogni angolo. Qui c'è spazio per pensare in grande, per essere creativi e per vedere le opportunità celate nelle sfide del futuro. “Dobbiamo smettere di fare le cose solo perché siamo abituati a farle – ha specificato Bram Schot, CEO ad interim di Audi – quando crediamo in qualcosa di innovativo dobbiamo tenercelo stretto ed essere coraggiosi�. Con questo pensiero in mente, l'MQ! si è focalizzato su come ridefinire la visione della mobilità del futuro. |

L'astronauta Ron Garan (a sinistra) e il CEO Audi ad interim Bram Schot
Efficienza e sostenibilitÃ
I partecipanti hanno discusso di energie sostenibili, di mobilità elettrica e di fuel cell, ma anche di guida autonoma, intelligenza artificiale e di gestione del traffico. Sono argomenti complessi e molto sfaccettati, sui quali tanti pionieri, anticonformisti e visionari hanno condiviso le loro idee. Un punto focale è stata la crescita demografica urbana: ogni giorno circa 180.000 persone si trasferiscono nelle grandi città di tutto il mondo, creando il bisogno di maggiore efficienza e sostenibilità . Una soluzione potrebbe essere il networking, come ha spiegato la ricercatrice informatica Larissa Suzuki, secondo cui nello scenario di una smart city del futuro ci sarà una rete di auto, semafori e utenti in grado di comunicare, interagire e scambiare dati gli uni con gli altri in tempo reale, rendendo la mobilità accessibile a tutti.
I limiti dell’intelligenza artificiale“Una città non si può definire smart city se i suoi servizi sono a disposizione di una sola parte della popolazione� ha precisato Suzuki. Allora come si può rispondere anche alle esigenze degli anziani, dei non vedenti e di chi si muove su una sedia a rotelle? Oggi esistono già alcune soluzioni, come app che aiutano chi non può vedere a spostarsi in città . Ma per creare nuove opportunità di movimento molti processi devono essere automatizzati al punto tale che le macchine possano gestirsi da sole, comunicando le une con le altre. Ma la generazione artificiale di conoscenza ha i suoi limiti: “Non riusciremo mai a capire le intenzioni delle persone� ha ricordato Suzuki. Alcune decisioni sono semplicemente un fatto di coscienza, che è il risultato di un processo complesso basato sulle percezioni individuali e sui valori di ognuno. “E questo è qualcosa che non potremo mai insegnare a una macchina�. Al contrario il regista di film di fantascienza Cory Doctorow crede che la guida autonoma abbia un grande potenziale per rendere il traffico più sicuro. Una sicurezza che però deve andare di pari passo con la trasparenza. “Attualmente non riusciamo a capire in che modo una vettura autonoma sia stata configurata da chi l'ha costruita, e questo mi spaventa�. |

Larissa Suzuki
L’etica applicata alle macchine
La relazione tra persone e auto a guida autonoma è stata uno dei temi principali dell' MQ! Summit. L’aspetto etico è in cima alla lista delle priorità dell'Audi da molti anni. Per questo è stata sviluppata una rete di esperti interdisciplinare per indagare le cosiddette situazioni di dilemma: quelle in cui una vettura autonoma si trova in una condizione per cui un incidente è inevitabile e deve decidere rapidamente che cosa fare, scegliendo, per esempio, se colpire un bambino sterzando a destra, o un anziano andando a sinistra.
“È assai improbabile che si verifichi una situazione estrema come questa, ma ovviamente se dovesse verificarsi i produttori hanno bisogno di linee guida – ha puntualizzato Miklos Kiss, Responsabile del Pre-Sviluppo della guida autonoma di Audi – ma ci sono anche altre situazioni da considerare: per esempio, in caso di emergenza, poter attraversare una siepe senza sapere cosa c'è dietro�.
Fonte:Â AUDI Blog