Il futuro delle blockchain è (anche) nelle automobili
Il Gruppo Volkswagen sta testando la tecnologia blockchain, una risorsa preziosa su molti fronti: dalla logistica alla guida autonoma, passando anche dalla possibilità di evitare la manomissione dei contachilometri.
I Bitcoin rappresentano l'applicazione più popolare della tecnologia blockchain, che può essere impiegata in tantissimi settori, anche molto diversi tra loro, mantenendo una caratteristica comune: la massima sicurezza. Volkswagen Group IT sta studiando le migliori opportunità di utilizzo all’interno dell'industria automobilistica.
L'obiettivo è portare la tecnologia blockchain sulle strade: per questo è stato creato un network di 300 collaboratori provenienti da tutte le Marche del Gruppo, che si incontrano diverse volte all'anno e si scambiano idee sull’argomento, in un ambiente aperto alle nuove proposte.
Le blockchain hanno un grande potenziale nei settori della manutenzione, della logistica e della guida autonoma, ma possono essere utilizzate anche in applicazioni specifiche per evitare la manomissione dei contachilometri. La loro applicazione nei veicoli a guida autonoma può per esempio proteggere il sistema da eventuali attacchi di hacker o supportare i pagamenti automatici nelle stazioni di servizio: manipolare un blocco della catena è pressoché impossibile, come dimostra la stessa Bitcoin che dal 2009 a oggi non è mai stata hackerata.
Attualmente Volkswagen sta testando tre applicazioni concrete: la prima riguarda i contachilometri delle auto, che diventerebbero molto difficili da manipolare, rendendo il mercato dell'usato più trasparente e sicuro e mantenendo così più alto il valore delle auto. I clienti possono salvare i dati del proprio contachilometri in maniera permanente tramite un sistema sofisticato che non consente modifiche retroattive senza lasciare traccia. I dati personali, in ogni caso, sono assolutamente protetti perché non vengono salvati all'interno delle reti Volkswagen o di quelle pubbliche. Rimangono in possesso del cliente e sono accessibili solo a lui. Se lo desidera, possono essere condivisi con la blockchain attraverso un codice criptato.
La seconda applicazione, che sta sviluppando Porsche, protegge le auto dagli hacker meglio rispetto ai sistemi tradizionali attraverso una chiave virtuale che il proprietario può dare a terzi per aprire la vettura o addirittura utilizzarla. La terza è uno studio pilota che Volkswagen Financial Services sta effettuando in Gran Bretagna. L'obiettivo è mettere a punto un sistema che semplifichi la vita di chi possiede un’auto elettrica e che snellisca i contatti fra i clienti e i diversi fornitori di energia. Ognuno infatti ha i propri metodi di pagamento e ciò spesso complica la ricarica delle vetture.
Fonte: Volkswagen AG