Trovare i migliori talenti nell'era digitale: la sfida delle HR
Attrarre e trattenere i migliori talenti è oggi una delle sfide principali per le aziende. Tutti i settori necessitano delle stesse competenze digitali, e le nuove generazioni hanno priorità ben precise.
L'era digitale ha cambiato profondamente le regole del gioco, in ogni settore e ad ogni livello lavorativo. Mai prima d'ora le aziende hanno dovuto affrontare una sfida di questa portata: riuscire ad assumere e a trattenere il più a lungo possibile i migliori talenti digitali. Le nuove figure professionali esperte del digital sono richieste in ogni settore, e tra le imprese c’è una competizione serrata per averle tra le proprie fila.
Senza contare che le nuove generazioni hanno nuovi criteri e priorità quando si tratta di scegliere il lavoro. Gli specialisti delle risorse umane devono quindi adattarsi al nuovo scenario. Ma quali sono gli elementi e le strategie per attrarre oggi i talenti digitali?
Affrontare il cambiamento
“Per affrontare la trasformazione del settore dobbiamo avere con noi i migliori professionisti” spiega Oliwia Puppel, Responsabile della Talent Acquisition di SEAT. “Nella ricerca dei talenti, non è mai stata così difficile trovare la combinazione perfetta tra persone e azienda”. Non sono solo le regole del gioco a essere cambiate, ma anche i giocatori.
Oltre ai profili tradizionalmente richiesti e specifici per il rispettivo settore di appartenenza, tutte le aziende hanno bisogno di professionisti che raccolgano la sfida della digitalizzazione. Secondo le stime della Commissione Europea, ci sono 750.000 posizioni vacanti in questo ambito.
La rivoluzione delle risorse umane
Questi talenti 2.0 sono così ricercati che “rappresentano una vera e propria rivoluzione nel nostro lavoro. Prima erano i candidati che si proponevano, oggi siamo noi che dobbiamo cercarli, sapere chi sono e come convincerli” continua Oliwia Puppel.
Ma allo stesso tempo la tecnologia si evolve così rapidamente che anche le richieste del mercato del lavoro possono cambiare con altrettanta velocità: un profilo che oggi è fondamentale, domani potrebbe non esserlo più. Per questo, oltre a un percorso formativo e a un’esperienza adeguati, le aziende considerano altre qualità. “In SEAT cerchiamo persone che mettano in discussione lo status quo, che non abbiano paura di sbagliare, che sappiano imparare dai propri errori; persone creative e capaci di lavorare in squadra. In altre parole, innovatori, forward thinker” spiega ancora Puppel.
Flessibilità ed equilibrio
I Millennials (i nati tra il 1980 e il 2000) rappresentano una quota significativa sul totale dei lavoratori attivi e, così come i loro successori (la Generazione Z), piuttosto che le mansioni e lo stipendio considerano altri aspetti. Per loro il fattore più importante è la flessibilità: il lavoro è un'attività e non un luogo. Con le nuove tecnologie possono lavorare ovunque e in qualsiasi momento, trovando un equilibrio migliore nella vita privata e riuscendo così a coltivare anche i propri hobby.
Inoltre puntano a lavorare per aziende responsabili dal punto di vista sociale e ambientale, e sono attratti dai brand che ammirano come consumatori. Preferiscono contribuire a progetti che li ispirano, senza strutture gerarchiche fisse ma guidati da leader da cui possono imparare. È un evidente cambiamento di priorità, che gli specialisti delle risorse umane devono necessariamente tenere in grande considerazione.
Aziende e università
La strategia per attrarre i migliori talenti inizia molto prima che questi comincino a cercare lavoro. “È importante stabilire un collegamento con le università e portare avanti progetti concreti per rendere l'azienda un datore di lavoro attraente, un ambiente in cui poter sviluppare il proprio potenziale” prosegue Oliwia Puppel. E uno dei modi per interagire con i talenti è coinvolgerli, come nel caso dell’iniziativa SEAT KickStart Challenge: gli studenti possono dimostrare le proprie capacità impegnandosi in una serie di sfide, e chi supera le selezioni può accedere a uno stage di 12 mesi, in vari reparti.
Dopo aver attratto i migliori talenti, però, bisogna anche trattenerli. La forza lavoro è sempre più variegata: ci sono generazioni diverse e culture differenti. La chiave è individualizzare, seguendo ogni persona da vicino per capire in che modo favorirne la crescita professionale e il benessere.
Non fermarsi mai
Un ulteriore elemento da valutare è che, sebbene il “posto fisso” sia stato considerato l’obiettivo finale per tantissimi anni, oggi si sta facendo strada l'idea del professionista che non si ferma mai.
Secondo un sondaggio del Guardian il 90% dei Millennials non intende fare lo stesso lavoro per più di 5 anni: “SEAT è sempre stata un datore di lavoro affidabile, con persone che vi hanno lavorato per oltre 40 anni. Ma ora lo scenario sta cambiando e noi che ci occupiamo delle risorse umane siamo in continua attività, con un processi di recruiting continui che devono necessariamente integrare nuove figure professionali e nuove metodologie di lavoro” conclude Oliwia Puppel.
Fonte: SEAT S.A.