Open Source, un alleato prezioso per i software del futuro
Il concetto di Open Source sta diventando sempre più centrale nello sviluppo software ed è fondamentale nel processo di trasformazione del Gruppo Volkswagen da costruttore a fornitore di servizi di mobilità.
Un software Open Source può essere scaricato e utilizzato da chiunque, senza doverlo comprare. Per un programmatore significa non dover scrivere un nuovo codice per ogni singolo problema, ma poterne utilizzare uno scritto da qualcun altro, che ha già affrontato e risolto lo stesso problema.
Una risorsa preziosa per tutte le aziende legate ai software: “Fino a qualche tempo fa sarebbe stato impensabile parlare di Open Source all'interno del Gruppo Volkswagen, ora tutto sta cambiando” spiega Oliver Hartkopp, specialista dei software Open Source del Gruppo Volkswagen. “Ma attenzione, un software open source non è un freeware; non ci si può fare qualunque cosa, perché al codice è legata una licenza e ne esistono più di 200 tipi”.
Il valore delle licenze

Alcune licenze sono molto permissive, altre decisamente restrittive. A volte, per essere usate sul mercato, devono essere esplicitate, per esempio nei sistemi di navigazione delle auto; altre volte sono così complesse che non possono essere utilizzate in un ambiente industriale.
Ad ogni modo, l'Open Source è un tema fondamentale e il lavoro di Hartkopp è renderlo centrale all'interno del Gruppo Volkswagen, organizzando workshop, corsi di formazione per sviluppatori insieme agli uffici legali, ma anche conferenze via Skype. “Sono una specie di missionario” ammette Hartkopp.
Relazionarsi con la community
Il suo obiettivo è spiegare a più colleghi possibili quali sono i vantaggi e le sfide dell'Open Source: non si tratta solo di trarre benefici dal lavoro altrui, ma anche di restituire in cambio il proprio contributo. Chiunque usi un codice scritto da altri e lo sviluppi ulteriormente deve condividere i risultati con la community, su piattaforme come Github - una specie di social media per sviluppatori Open Source.
Linux e CAN bus

Oliver Hartkopp ha 52 anni e da 20 lavora per il Gruppo Volkswagen: “Da piccolo sognavo di lavorare con le auto e i computer. Oggi posso dire di aver raggiunto il mio sogno, che non è una cosa comune”.
Appassionato di Open Source e del sistema operativo Linux, nel 2003 ne ha creato un’estensione compatibile con il protocollo CAN bus - Controller Area Network - a cui si può accedere attraverso un’interfaccia standard. In precedenza il Gruppo Volkswagen comprava sempre nuovi sistemi operativi da fornitori diversi, aumentando i costi e la complessità di gestione.
Il sistema SocketCAN

La prima versione di questo software, incluse le estensioni per Linux, è stata pubblicata dal Gruppo nel 2006, ovviamente come Open Source. Il progetto è stato ulteriormente sviluppato dalla comunità con il nome di SocketCAN ed è diventato parte integrante di Linux nel 2008. Da quel momento Hartkopp ha scritto più di 6.000 linee di codice del kernel di Linux, ovvero il cuore del sistema operativo. Ma il SocketCAN non si usa solo nelle automobili. Anche alcuni pescherecci che attraversano l'Atlantico, le gigantesche gru del porto di Amburgo e il CERN di Ginevra utilizzano il software nato all'interno del Gruppo Volkswagen.
Per dimostrare le potenzialità del SocketCAN, Hartkopp utilizza una Golf in cui un computer Linux controlla completamente le connessioni del veicolo. Questo PC, costruito con componenti standard, processa e invia più di 22.000 messaggi al secondo. Ad Hartkopp basta toccare il display del suo tablet per girare realmente il volante e le ruote della vettura. E questa è solo una delle tante funzioni che si possono controllare dal tablet: per ottenere questo risultato sono necessari gli oltre 25 milioni di linee di codice che arrivano dalla comunità Open Source, mentre Hartkopp ne ha dovute scrivere solo 2.000.
Comunità e sviluppatori
Ma tra usare l'Open Source all'interno del Gruppo Volkswagen e renderlo disponibile alla community, lavorando insieme per ulteriori sviluppi, c'è una bella differenza. “Per questo abbiamo sviluppato processi e corsi per formare gli sviluppatori Open Source - spiega Hartkopp - che oggi sono circa 50 e possono contribuire attivamente nelle community a nome del Gruppo Volkswagen. Questa è la parte più interessante: portare un nuovo approccio all'Open Source all'interno del Gruppo e creare le condizioni per farlo”.
Il lavoro del futuro
In questo senso l'integrazione di tutti gli esperti IT nella nuova divisione Car.Software renderà l'Open Source ancora più importante, perché l'approccio al lavoro avrà basi diverse. “Tenere separato il software dall'hardware, vuol dire poterlo migliorare continuamente perché non è per forza legato allo sviluppo di un nuovo veicolo” racconta Hartkopp. Inoltre, avere una divisione di questo tipo e sviluppare sempre più software internamente anziché comprarli permette di attrarre gli sviluppatori più talentuosi. “È davvero entusiasmante essere un pioniere e portare una nuova cultura nel Gruppo Volkswagen” conclude Hartkopp.
Fonte: Volkswagen AG