Audi punta sul lavoro agile e flessibile, secondo i principi del New Work
Nato negli anni Settanta, il concetto di New Work si è evoluto e arricchito durante la pandemia. Lo smart working, la flessibilità e la responsabilità individuale diventano sempre più importanti.
New Work è la definizione di un nuovo approccio nel mondo del lavoro che Audi ha abbracciato con convinzione. Si tratta di un modo di lavorare diverso, che si basa su smart working, team agili e una maggiore flessibilità. E affinché questo approccio innovativo abbia successo, datori di lavoro e dipendenti devono unire le forze, per definire e implementare le giuste condizioni.
Il New Work prevede più libertà e autodeterminazione per i collaboratori, ma anche un maggiore ascolto delle loro opinioni ed esigenze, che si traduce in un livello di realizzazione più profondo. E tutto questo è il risultato della somma di diverse innovazioni in ambito lavorativo: l’abbattimento delle gerarchie, lo smart working, gli orari flessibili, il lavoro agile e il cosiddetto job sharing.
I collaboratori non si limitano più a svolgere i compiti che altri decidono per loro, ma partecipano attivamente e contribuiscono a definire i processi. È un profondo cambio di paradigma rispetto al modello di lavoro tradizionale basato su gerarchie ben definite, orari di lavoro rigidi, controllo e autorità.
Aspettative e filosofia
Le aspettative nei confronti del lavoro stanno cambiando, sia per quanto riguarda il lavoro stesso sia per la percezione della propria azienda: un sondaggio effettuato da Randstad in Germania ha rilevato che il 74% dei collaboratori desidera trovare un senso nel proprio lavoro, in particolare le generazioni più giovani. Allo stesso tempo, solo il 52% degli intervistati si identifica con il proprio datore di lavoro.
Come è nato il concetto di New Work? Il filosofo sociale Frithjof Bergmann ha coniato per primo il termine negli anni Settanta, ma non esiste una definizione universalmente valida. Bergmann era convinto che il lavoro non dovesse più essere forzato: le persone dovrebbero lavorare perché vogliono, non perché devono. Oggi il concetto di New Work è in continua evoluzione, tanto dal punto di vista del significato quanto dell'interpretazione.
Digitalizzazione e globalizzazione
Digitalizzazione e globalizzazione sono due aspetti fondamentali nel mondo del lavoro e la pandemia ha accelerato lo sviluppo di una cultura di collaborazione ibrida in molti settori e in molte aziende. Il New Work porta vantaggi sia alle imprese che ai collaboratori, perché se le prime sono più sensibili alle esigenze individuali dei secondi, questi sono più motivati e produttivi e ottengono risultati migliori come team.
Già prima della pandemia, uno studio condotto su larga scala dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) aveva rilevato come lavorare da casa renda alcune persone più produttive, consentendo un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata. Le aziende, invece, devono contrastare la carenza di personale qualificato creando forme e ambienti di lavoro sempre più attraenti e capaci di trattenere i talenti nel lungo periodo.
Lo smart working
Lo smart working è un elemento centrale del New Work perché rende i collaboratori flessibili e slegati da un unico luogo. Tuttavia, lavorare scambiandosi informazioni ‘virtualmente’ non porta automaticamente al successo. Diversi studi, tra cui quelli della società di consulenza tecnologica e gestionale Detecon e dell'Università di Münster, mostrano che l'anonimato, lo scarso senso di comunità e fiducia, la poca competenza nel campo multimediale e la mancanza di strumenti di collaborazione annullano velocemente i vantaggi dello smart working. E ciò significa che rimane molto utile confrontarsi e scambiarsi idee regolarmente di persona, soprattutto quando si ha a che fare con compiti complessi.
Sfida e cambiamento
Gli elementi chiave per poter sfruttare completamente i vantaggi del New Work sono stati individuati in ambienti di lavoro innovativi e competenze all'avanguardia, incluse quelle tecniche e organizzative, oltre alla necessità di poter contare su nuove capacità di leadership tra i manager.
Il New Work richiede fiducia e responsabilità personale da parte di ognuno, mentre i manager dovranno prendere in mano la situazione, agendo come ‘coach’ alla guida di un gruppo. È un cambiamento che pone una grande sfida sia alle aziende che ai collaboratori e che richiederà diverso tempo, anche perché l'attenzione ai desideri e alle aspettative dei clienti rimarrà fondamentale, se le aziende vorranno essere competitive.
Neckarsulm e Ingolstadt
Audi sta lavorando proprio in questa direzione, preparandosi per il mondo del lavoro del futuro: nel progetto “Better Normal” il lavoro ibrido diventerà lo standard aziendale. A Neckarsulm e Ingolstadt sono stati attivati alcuni progetti pilota, ognuno con circa 150 collaboratori, che durano diversi mesi e mettono alla prova nuovi approcci. Uffici e strumenti digitali di nuova concezione, scrivanie condivise e un focus sul cosiddetto mobile working - quindi la possibilità di lavorare in qualsiasi luogo, non necessariamente in ufficio o a casa - sono solo alcuni esempi di come Audi stia progettando la transizione. Tutto questo senza tralasciare l'assistenza sanitaria, la sicurezza sul lavoro e quella dei dati.
Insieme al Consiglio di Azienda, Audi sta sviluppando soluzioni concrete anche per i reparti in cui non si può lavorare da remoto. Uno degli obiettivi è rendere gli orari più flessibili, per migliorare l'equilibrio tra lavoro e vita privata; altri sono la spinta verso la digitalizzazione, l'ottimizzazione dell'ambiente di lavoro e l'ergonomia. Al termine dei progetti pilota, Audi e il Consiglio di Azienda decideranno insieme come e in che misura le innovazioni del New Work possano essere implementate.
Fonte: AUDI AG
VGI | U.O. Responsabile: VP | Data di creazione: data dell’articolo | Classe 9.1